I GIOCHETTI SONO FINITI: E' SCIOPERO
Sono trascorsi ormai 14 giorni dall’assemblea dei lavoratori, ma la situazione è ancora stagnante: le OOSS confederali non hanno assunto alcuna iniziativa e lo stesso ha fatto la Direzione Enel che non ha convocato RSU o OOSS, né manifestato particolare interesse. Come se niente fosse.
Eppure crediamo siano evidenti i problemi relativi alla chiusura degli impianti e ai rischi connessi sul piano dell’occupazione e dei trattamenti economico-normativi, ma evidentemente per smuovere OOSS e Direzione ci vuole ben altro che le pressioni della RSU o una raccolta di firme, o i nostri ripetuti volantini, o ancora una assemblea che si esprime massicciamente e un ordine del giorno inviato alla stampa locale. Segno che proprio non si vuole dare ascolto e risposte alle giuste preoccupazioni dei lavoratori.
E allora? E allora non rimane che l’azione di lotta, non rimane che alzare la testa e porre con forza le nostre domande. D’altronde è chiaro che i lavoratori di Torrenord hanno poche altre possibilità di essere ascoltati: se non lo faranno ora con gli impianti ancora in moto, sarà certo più difficile riuscirci quando l’intera centrale sarà smantellata. Senza contare che a furia di trasferte, distacchi, trasferimenti e pensionamenti – tutti realizzati a misura e condizione della Direzione - si va delineando una realtà lavorativa divisa tra due gruppi ben distinti: quello dei "sistemati" e quello dei "non sistemati", ciascuno destinato a condizioni assai diverse. Sia chiaro, mancando regole generali c’è poco da dire verso i singoli, ma è altrettanto chiaro che seguendo questo andazzo stabilire un minimo di regole diventa un obiettivo irraggiungibile: in pratica è il classico cane che si morde la coda. Poi ci sarà la Pasqua, l’estate, le ferie…
I lavoratori chiedono il giusto. Chiedono di sapere quale sarà il loro destino, se verranno tutelate le professionalità e i diritti attuali, e inoltre se avranno da perdere nella fase di riconversione e qual’è il tipo di trattamento che l’azienda vorrà adottare. E poi se, in quanti e come verranno destinati al cantiere o all’addestramento presso altre centrali, o se magari saranno costretti a trasferte obbligatorie con tanto di sospensione in caso di rifiuto, come sta succedendo in altri impianti. Domande legittime, quindi, che le OOSS hanno il dovere di raccogliere e a cui la stessa Enel, visti gli impegni assunti col territorio, dovrebbe rispondere con atteggiamento positivo: se infatti una azienda come questa dice di essere all’avanguardia, se dice che è in grado di fare il meglio per l’ambiente, per l’occupazione e per l’economia locale, allora ci aspettiamo che faccia il meglio anche per i propri lavoratori, anche in ragione delle pesanti responsabilità che per lungo tempo, durante le contestazioni anti-carbone, ha scaricato allegramente su di essi.
Eppure, come dicevamo, a due settimane dall’assemblea del 3 febbraio tutto è avvolto da uno strano silenzio: le OOSS tacciono, la Direzione continua a distribuire qualche cioccolata e i lavoratori sono sempre più smarriti. Ma così non può continuare. Per questo la RdB Energia-CUB, nel pieno rispetto della volontà assembleare, annuncia la prossima definizione di un calendario di scioperi con fermata degli impianti, a questo punto il minimo che si possa fare. Starà poi a ciascuno di noi raccogliere o meno la sfida, pretendendo risposte dignitose dalla Direzione o iscrivendosi al club dei "sistemandi". Come ha detto qualcuno in assemblea, il tempo disponibile per un cambiamento di rotta si va esaurendo: i giochetti sono finiti.