CONTRATTO GAS-ACQUA: UN ALTRO BIDONE
Venerdì 9 marzo è stata siglata l’ipotesi d’accordo sul contratto nazionale gas-acqua.
E come sempre ci si deve accontentare di un aumento vergognoso (105 euro parametrati) che non copre nemmeno il recupero dell’inflazione reale e della solita una-tantum che ci impedisce di veder coperto il periodo gennaio ’06 marzo ’07 ai fini pensionistici e del TFR e che lascia scoperti i riflessi sugli istituti retributivi diretti e indiretti.
Un contratto che aumenta ancora di più il precariato inserendo rapporti di lavoro da supermercato : 2 al prezzo di 1.
Si tratta del famoso contratto ripartito (art. 16) con cui si assumono due lavoratori per un unico posto di lavoro, dove poi la risoluzione del rapporto di lavoro con uno dei due prevede il licenziamento anche dell’altro.
A questo si sommano i contratti di apprendistato, di inserimento e a tempo determinato.
Per quelli a tempo determinato è stata alzata la percentuale di utilizzo nelle aziende con ulteriore incremento per quelle che operano nel Mezzogiorno, proprio dove c’è più disoccupazione!!
Un contratto a nostro avviso che serve solo alle aziende e con enormi lacune che vengono rimandate alla contrattazione di secondo livello.
Non un cenno alla riclassificazione del personale, né tanto meno si è preso in considerazione l’esiguo numero dei livelli professionali in rapporto alla realtà lavorativa nazionale.
Di questo chissà quando se ne parlerà, ma soprattutto se ne parlerà?
Alla fine avremo non più un contratto unico di settore gas-acqua ma centinaia di contrattini, uno diverso dall’altro realizzando quella frantumazione della categoria tanto cara alla Confindustria.
Un contratto che doveva caratterizzarsi per l’impegno dell’inserimento di una "coerente clausola sociale" a salvaguardia dei livelli occupazionali.
La realtà invece è che la clausola sociale non c’è, in cambio però il 20 febbraio scorso è partito il processo di mobilità per 1300 lavoratori del gruppo ENI-Italgas più tutti i processi già in atto nelle altre società e aziende ex-municipalizzate del settore.
E meno male che CGIL,CISL,UIL nel comunicato stampa uscito subito dopo la firma dell’ipotesi d’accordo sbandierano ai quattro venti la difesa dei diritti e delle tutele dei lavoratori oltre all’affermazione sulla continuità occupazionale.
Questo si chiama subordinazione totale alle volontà delle aziende
in un settore peraltro dove i profitti arrivano alle stelle!
A questo punto la parola deve passare ai lavoratori, a cui chiediamo di bocciare pesantemente quest’ ipotesi d’accordo sia nelle assemblee che con la richiesta del referendum.
La RdB CUB Energia è e sarà sempre al fianco dei lavoratori per difendere fino in fondo ciò che ormai datori di lavoro e sindacati concertativi ci stanno togliendo impunemente.