BORSA ELETTRICA: LA CGIL PIANGE PER LA FERMATA DI MONTALTO, MA SONO LACRIME DI COCCODRILLO
"La borsa elettrica porta la centrale al collasso" E’ questo l’accorato grido d’allarme lanciato dalla CGIL sul Messaggero d’oggi, con riferimento alla fermata del terzo gruppo della centrale di Montalto conseguente all’avvio della borsa elettrica. Una situazione più che preoccupante – si legge nell’articolo - a cui va opposta una forte iniziativa da parte delle forze politiche e sociali contro il Ministro Marzano e l’intero Governo, per la difesa dell’occupazione.
Il problema è reale. La borsa elettrica, infatti, operando una competizione tra impianti sulla base del costo del Kilowattore prodotto, rappresenta il principale strumento per assicurare la definitiva privatizzazione del settore, con una ovvia penalizzazione dell’azienda pubblica e degli impianti meno efficienti. Tra i quali è appunto la centrale di Montalto. Una prospettiva foriera di guai assai seri per i lavoratori interessati, ma che necessariamente si ripercuoterà anche sulla cittadinanza costretta ad accollarsi il peso dei super profitti e a subire tutti i guasti della deregoulation. Come insegnano i famosi black-out della scorsa estate.
Insomma con la borsa elettrica si entra nel vivo della privatizzazione del settore. Una sciagurata operazione fatta di tagli occupazionali, cassa integrazione e peggioramento del servizio fortemente voluta dai passati governi del centrosinistra, in particolare dal Governo D’Alema e dal Ministro Bersani che attraverso di essa strinsero un solido patto di potere con il mondo industriale italiano. Il tutto anche grazie all’acquiescenza dei sindacati confederali, tra i quali proprio la CGIL si distinse per la sistematica disinformazione dei lavoratori (ricordate la favola della privatizzazione imposta dall’Europa) e addirittura il boicottaggio alle lotte intraprese dalla RdB Energia-CUB. Del resto l’azienda era allora governata dai "sinistri" Testa e Tatò, ben capaci di fare sponda a questo gioco, massacrando il diritto di sciopero e ricompensando a dovere il folto esercito dei sindacalisti-pompieri. Ma se così stanno le cose, è evidente allora la natura strumentale dell’allarme lanciato per Montalto, che, seppur fondato nei fatti, da piuttosto l’idea di una chiamata alle armi in vista delle elezioni Europee.
Tutto è buono pur di sparare contro il Governo, che pure ha tante colpe ma certo non quella di aver realizzato la privatizzazione del settore elettrico.
Chi oggi chiama i lavoratori alla lotta mistificando e nascondendo le vere responsabilità, sarà domani in prima fila per sostenere gli interessi del prossimo governo-amico.
Ci aspettano dunque anni di lotta dura e i lavoratori, crediamo, sapranno distinguere tra chi ha sempre lottato con coerenza e coloro che oggi piangono disgrazia solo a convenienza. Quelle dei coccodrilli, a confronto, sono lacrime sincere.