Sciopero ….per-che'?
I Sindacati che siedono al tavolo nazionale per il rinnovo del ccnl, con una piattaforma perdente nei contenuti, lasciata a macerare per tre anni dall’autunno 2013 e senza una reale mobilitazione contro le leggi che ne frattempo hanno stravolto il settore e privato di ulteriori diritti i lavoratori, comunicano la rottura delle trattative e indicono uno sciopero il 30 maggio prossimo.
A leggere i comunicati ufficiali si rimane quanto meno sconcertati!
e una domanda sorge spontanea: SCI0PERO, si pure, MA PER OTTENERE COSA?
La piattaforma presentata da Cgil-Cisl-Uil-Fiadel sul rinnovo contrattuale è debole, non aggredisce l’attacco dei padroni poichè sostanzialmente ne accetta in generale la filosofia collocandosi dentro la logica delle compatibilità, sulla scia della riforma dei Servizi Pubblici Locali preparata dalla Ministra Madia.
A noi pare evidente che se si accetta questo piano, si tengono i lavoratori “ a bagno” per mesi e non si contrastano i processi di privatizzazione e finanziarizzazione dei servizi, diventa poi difficile pensare che costo del lavoro e diritti non divengano la merce che i padroni rivendano al tavolo del rinnovo contrattuale proprio in nome delle compatibilità economiche.
Aumento degli orari, riduzione del lavoro straordinario, flessibilità organizzative, depauperamento delle professionalità al ribasso, esternalizzazioni su tutto il ciclo, sono la “materia prima” con la quale le imprese private – ma anche le pubbliche – intendono non solo far quadrare i bilanci, ma valorizzare ulteriormente le quotazioni borsistiche (vedasi i risultati A2A ed Hera). Il tutto dentro il quadro di esternalizzazione con le quali vengono ridisegnati i servizi pubblici locali (regalandoli al privato) – e quindi il futuro delle aziende, in particolar modo pubbliche.
E’ contraddittorio, se non ipocrita, lasciar passare le esternalizzazioni e poi far finta di difendere i diritti.
Per questo riteniamo, pur rispettando la scelta dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, che lo sciopero del 30 maggio, oltre ad essere la ripetizione “rituale” di un film già visto molte volte nel passato, non sia utile per gli interessi dei lavoratori.
Inoltre riteniamo che quando una condizione di miglior favore è per tutti, è un diritto. Quando lo è solo per pochi, come nel caso dei diritti sindacali di monopolio di CGIL-CISL-UIL, è un privilegio. E non si sciopera per difendere i privilegi di pochi.
SERVE INVECE METTERE IN CAMPO UNA VERTENZA GENERALE
–SERIAMENTE SOSTENUTA DA FATTI E NON DA ANNUNCI–
A TUTELA DELLA FINALITÀ PUBBLICA DEI SERVIZI LOCALI, DEL LAVORO E DELL’AMBIENTE.
Solo partendo da questo si potranno avere tavoli contrattuali che non si chiudano come una resa, più o meno incondizionata, alle richieste delle aziende. Privatizzazioni ed esternalizzazioni vivono strettamente connesse al taglio del salario, dei diritti della qualità del lavoro e del servizio.
Bisogna mobilitarsi per imporre che i percorsi di riorganizzazione aziendale producano in primis la qualità dei servizi e del lavoro, i bilanci abbiano carattere sociale e non solo economico e le condizioni lavorative diventino il parametro per valutare la qualità dell’azienda.
Alle istituzioni USB chiede: il ridisegno dei piani regionali rifiuti, delle leggi di cornice, rivendicando anche il ritorno all’affidamento in house, per difendere l’interesse pubblico contro la logica del profitto che sfrutta i bisogni primari della gente.
I lavoratori come gli utenti non sono oggetti ma essere umani. Anzi sono anche di più: sono i veri proprietari di queste aziende avendole pagate con le proprie tasse e imposte e col proprio lavoro quotidiano, spesso in assenza di sicurezza e con carichi di lavoro elevati.
USB Lavoro Privato