SCIOPERARE PER COSA?
Contro il Decreto Madia sui Servizi Pubblici Locali, le esternalizzazioni dei servizi, il Codice degli Appalti e il Job Act?
Per difendere il potere d’acquisto dei salari con aumenti adeguati e reali in busta paga?
Contro la classificazione del personale a ribasso e all’utilizzo dei conducenti in attività di raccolta, per la riduzione dei 5 anni previsti per il passaggio parametrale dal tipo B al tipo A?
Per l’aumento della maggiorazione economica dello straordinario, eliminazione della norma che riduce la maggiorazione nelle prime 50 ore e riduzione del tetto annuo obbligatorio?
Per maggiori tutele per la salute e la sicurezza e garanzie di ricollocazione del personale non idoneo, contro l’aumento dei carichi di lavoro?
Per la difesa della domenica come riposo settimanale dei lavoratori?
Per i diritti sindacali estesi anche alle rappresentanze dei lavoratori che non firmano contratti a perdere?
No tranquilli, non siamo in Francia dove si sciopera e si fanno le barricate contro Governo e padroni. Qui ci chiedono di scioperare per legittimare il monopolio della rappresentanza a CGIL, CISL. UIL e FIADEL, che per il solito “piatto di lenticchie” si assicurano il ruolo di interlocutori unici nei tavoli di trattativa.
La piattaforma delle OO.SS. che chiama allo sciopero tutto il comparto Igiene Ambientale:
Recepisce, ancora prima della sua entrata in vigore, il Decreto Madia che consegna il servizio pubblico locale ai padroni, ma tenta di mantenere le clausole di salvaguardia per i lavoratori nei passaggi di appalto: vogliono chiudere la stalla dopo che i buoi sono usciti.
Non contrasta l’aumento dell’orario di lavoro a 38 ore settimanali preteso da Utilitalia anche perché lo hanno già firmato nel settore del trasporto, e lo vogliono addolcire con la vestizione dentro al tempo di lavoro.
Chiede aumenti economici per 50 euro lordi nel biennio 2014/15 e 130 euro lordi per triennio 2016/18, che saranno ulteriormente ridotti per tutti (anche per chi non aderisce), dalle quote che l’azienda versa a Previambiente e a Fasda, dall’istituzione del fondo di solidarietà per inidonei e dalla natura stessa della trattativa che dovrà trovare un punto d’incontro con i 60 euro proposti dalle associazioni datoriali.
Con tutto il rispetto per i colleghi che vorranno aderire, noi non scioperiamo a fianco di chi preferisce occupare incarichi nei Consigli di Amministrazione dei fondi previdenziali, sanitari o di solidarietà piuttosto che difendere il diritto dei lavoratori ad un contratto dignitoso.