REA Rosignano, denunciata per furto e licenziata per aver testimoniato sulle irregolarità nel conferimento dei rifiuti: la procura archivia. Ora subito il reintegro!
Renata era una lavoratrice della Rea/Reti ambiente di Rosignano (igiene ambientale) licenziata in tronco prima di Natale dopo che, con coraggio, aveva fatto emergere, gravi irregolarità nello smaltimento dei rifiuti.
Nel febbraio 2021 un incendio devastò il capannone principale adibito al conferimento dei cosiddetti “ingombranti” di proprietà della società Scapigliato SRL ubicato a Cecina (LI). Da quel momento, per ovvi motivi di sicurezza, la società aveva messo in atto una nuova prassi nel controllo dei rifiuti “imponendo” alla REA un maggiore controllo sulla effettiva tipologia del materiale conferito per evitare al minimo la presenza di legno all’interno della struttura.
I primi di luglio dello scorso anno, arriva una segnalazione direttamente alla dirigenza della REA circa modalità non conformi di smaltimento dei rifiuti all’interno della stazione ecologica di Cecina. Renata, operatrice a tre anni dalla pensione e con problemi di salute, viene ascoltata e, con coraggio, fa emergere quello che tutti evidentemente sanno. Cioè che alcuni quadri aziendali chiedono ai dipendenti di far conferire sistematicamente materiali lignei all’interno dei cassoni degli ingombranti in barba a qualsiasi regolamento e buon senso.
Dopo alcuni mesi, alla fine dell’indagine interna, due quadri aziendali vengono sospesi e trasferiti dal proprio ufficio. In un paese normale Renata avrebbe ricevuto il plauso dell’azienda ma purtroppo non è andata così. Nei mesi successivi, le viene messo alle calcagna un ispettore privato, che paghiamo noi tutti attraverso le tasse, e viene seguita in ogni momento. I primi di dicembre arriva la sospensione cautelativa e subito dopo il licenziamento in tronco. Viene accusata addirittura di aver rubato del materiale dalla stazione ecologica e denunciata penalmente per furto. Da quel momento è partito una vera e propria campagna per denigrare Renata anche nei confronti dei propri colleghi e della cittadinanza utilizzando i più beceri strumenti che tanto vanno per la maggiore al giorno d’oggi per colpire i lavoratori. Renata era una “ladra” e una fannullona che approfittava del suo ruolo (!) per arricchirsi ecc.
Venerdì 26 mattina è finalmente arrivata la conferma. Addirittura, su richiesta dello stesso Pubblico Ministero il giudice ha archiviato il procedimento penale nei suoi confronti. Dopo un’attenta indagine è stato appurato che non vi è stato alcun furto. Ma non è finita qui, Renata è stata invece ascoltata dagli inquirenti, per diverse ore, nell’ambito di un’altra indagine contro ignoti avviata in merito, evidentemente, alle irregolarità nel conferimento dei rifiuti.
A questo punto ci aspetteremmo almeno un segnale da parte dell’azienda con il reintegro immediato di Renata. Ma purtroppo non sarà così. Probabilmente la dirigenza ormai vorrà arrivare fino alla sentenza esponendo, eventualmente, la società pubblica a costi aggiuntivi di risarcimento. Tanto in quel caso sarebbero soldi dei cittadini e non dei dirigenti.
Ci aspetteremmo anche una convocazione e delle scuse da parte del sindaco di Cecina che era stato contattato e che non aveva neanche risposto alla richiesta di incontro della lavoratrice.
Come USB saremo sempre a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici. Se toccano uno toccano tutti.
Usb Igiene Ambientale Livorno