No al sistema degli appalti ed alla liberalizzazione del governo Draghi: reinternalizzare i servizi pubblici
Queste ultime settimane hanno visto il nostro sindacato fortemente impegnato su un fronte molto ampio di iniziative. L’accelerata del Governo Draghi e dalla classe padronale sullo sblocco dei licenziamenti e la liberalizzazione degli appalti ha visto una contestazione immediata da parte di USB, con la proclamazione di un pacchetto di 8 ore di sciopero in tutti i settori del Lavoro Privato e decine di manifestazioni di protesta in tutto il paese sotto le sedi di Confindustria e delle Prefetture.
Non solo, in linea con le battaglie che stiamo portando avanti da anni, in occasione del decennale del referendum popolare abrogativo che votò NO alle privatizzazioni dei beni e dei servizi essenziali, USB ha partecipato attivamente assieme al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua a molteplici iniziative locali e alla manifestazione nazionale che si è svolta a Roma lo scorso 12 giugno.
Dalle piazze si è alzato forte il grido di rabbia e di dissenso di lavoratori e cittadini verso una politica che continua a tradire la volontà popolare per favorire gli interessi dei privati, a danno del carattere pubblico dei servizi e lucrando sui lavoratori, vittime di contratti al ribasso ed esternalizzazioni selvagge.
Per questo abbiamo contestato e continueremo a farlo, l'intero pacchetto di modifiche al Codice degli Appalti voluto da Draghi, come la norma che consente la liberalizzazione al 100% degli appalti, a partire dal prossimo novembre.
Sappiamo bene che soprattutto nel settore idrico, gas acqua ed elettrico, ciò determinerà un impoverimento strutturale, sia sul piano salariale che delle professionalità, una volta fiore all'occhiello delle imprese del settore, attraverso un utilizzo sempre più massivo degli appalti e di forme di lavoro povero e precario, che andranno ad alimentare le disuguaglianze tra lavoratori dello stesso comparto.
Ma non bisogna andar dietro al canto delle sirene di chi chiama agli scioperi per un granello di polvere e tace volutamente dinanzi alla tempesta di sabbia che si scatenerà sulla testa dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. Per non parlare di chi non chiama allo sciopero neppure difronte alla barbara uccisione di un sindacalista, durante un picchetto contro lo sfruttamento padronale, come accaduto ad Abdel Salam e Adil!
Oggi il nemico non è più solo il padronato, ma anche quelle Organizzazioni Sindacali che decidono di continuare a mangiare dalla tavola dei padroni, lasciando ai lavoratori solo le briciole, magari cercando di convincerli di aver ottenuto il massimo del risultato.
USB sa bene che l’unico modo per uscire dalla gabbia degli appalti è lottare proprio contro le associazioni datoriali e i sindacati che nei contratti di settore hanno continuato a svilire le professionalità, a precarizzare il salario in cambio della massima flessibilità e che continuano a favorire il sistema degli appalti per rendere ricattabili a vita i lavoratori e le lavoratrici; tutto questo mentre continuano a riempirsi le tasche con i finanziamenti che le imprese gli regalano nella gestione degli Enti Bilaterali e nei fondi di assistenza complementare privati.
Unione Sindacale di Base Energia
Roma, 25 giugno 2021