Igiene Ambientale, 1 Ottobre 2018 Giornata nazionale di mobilitazione presidi e volantinaggi per la salute e la sicurezza sul lavoro

Roma -

Parlano i freddi numeri: nel 2017 641.000 sono state le denunce all’Inail di infortuni di cui quasi 9.000 nel settore dell’ Igiene ambientale e affini e 1.112 denunce di infortuni mortali di cui circa il 3% nel settore, e questi sono dati che non rilevano il sommerso e il non denunciato ma evidenziano comunque una diffusa micro o macro elusione delle norme di sicurezza e peggioramento delle condizioni di salute in questo settore di per sé esposto a forti rischi.

E’ ormai un bollettino di guerra con morti quasi quotidiani, vite e famiglie distrutte sulla trincea del lavoro sacrificato nella guerra dei profitti. Al 3 settembre 2018 sono 496, erano 453 nel 2017 +8%.  gli omicidi sui luoghi di lavoro oltre 900 con i morti sulle strade e in itinere e il dato non può che peggiorare, se non ci sono interventi concreti a partire dai singoli posti di lavoro. Noi li chiameremo sempre OMICIDI sul lavoro. Oggi la questione sicurezza è sotto gli occhi e sulle bocche di tutti ma sta tutta sulla pelle dei lavoratori e - come in una assurda roulette russa - quotidianamente pesa e incide sulla salute, sulle condizioni fisiche e morali dei lavoratori e, sempre più spesso, arriva a schiacciarne la vita.

Questo ha dei precisi responsabili che sono:
-imprenditori, spesso società partecipate pubbliche, e appalti e sub appalti che non forniscono i dpi, non organizzano in maniera adeguata i servizi e premono sui tempi e la produttività aumentando il rischio di infortuni anche mortali, né introducono tecnologie e innovazioni che migliorino la qualità del lavoro e dei servizi, non rinnovano e manutengono il parco mezzi.


- non ostante buone leggi, sulle condizioni di salute e sicurezza pesano gli aumenti di carichi di lavoro e l’ultimo rinnovo ccnl incidendo sull’orario ha di fatto aumentato i rischi per la salute e d’altro canto, con le penalizzazioni economiche introdotte per le malattie, così come gli accordi aziendali di produttività, siglati dagli stessi firmatari del ccnl, continuano a sacrificare sull’altare dei profitti incidendo su un lavoro già di persè usurante e esposto a fattori di rischio notevoli


- carenze nei controlli e verifiche. Con lo smantellamento della P.A. in atto, il numero degli ispettori è calato dai 4.000 del 2010 fino ai 1.945 del 2017, come unità adibite alle ispezioni. In tutta Italia sono meno di 2000 i tecnici della prevenzione dei servizi Psal – operatori della sicurezza sul lavoro con qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria – che dovrebbero garantire i controlli per la sicurezza sul lavoro nei confronti di una platea complessiva di circa 3-4 milioni di aziende. Troppo pochi per svolgere adeguatamente un compito così delicato.


- i capitolati d’appalto spesso puntano a ridurre i costi e aumentare le produttività e, con le recenti modifiche dei sistemi di raccolta, questo ha un diretto impatto sui lavoratori.
    
Ora Basta! Vogliamo vera sicurezza! ne va della nostra di salute e della nostra di vita
NO! Un lavoro non può costare una vita

 

Unione Sindacale di Base