Genova, due lavoratori positivi e altri tre a casa con febbre nel servizio acque reflue di Iren Acqua!
Questo evento ha messo in luce una grave sottovalutazione dell'accaduto da parte della direzione aziendale di Iren. Mancava la misurazione della febbre in ingresso che avrebbe potuto evitare i contagi. Inoltre l'azienda si è rifiutata di far fare i tamponi ai colleghi dei positivi e quindi di comunicare l'accaduto alla ASL per gli opportuni tracciamenti dei contatti.
Le decisioni della direzione di Iren si sono limitate ad una sanificazione dello spogliatoio disponendo, per i lavoratori di questo settore, la possibilità di prendere servizio da casa. Non ci risulta che abbia provveduto ad informare il resto del personale dell'area di Gavette....
La decisione, facoltativa, della partenza da casa scarica sui lavoratori tutte le responsabilità di un impegno lavorativo che comporta giornalmente il contatto con colleghi, addetti delle imprese, cittadini, amministratori locali, ristoratori nella pausa pranzo. E poi c'è il ritorno alla propria abitazione che rischia di avvenire senza potersi cambiare e lavare, cosa particolarmente seria visto che stiamo parlando di personale che opera nel settore delle fognature ed impianti collegati.
La presenza del covid è stata accertata anche nelle acque reflue! Partire dalla propria abitazione significa non poter usufruire del servizio di lavanderia per il vestiario con la necessità di doverlo lavare a casa?
Come sindacato USB riteniamo che da parte della direzione di Iren ci sia stata una certa sottovalutazione rispetto alla delicatezza della situazione. Delicatezza e pericolosità per i lavoratori di tutta l'azienda che, in questi mesi, hanno operato in condizioni di estremo disagio in particolare quelli che operano abitualmente e necessariamente a contatto con altri colleghi o con la cittadinanza. Questi lavoratori stanno garantendo servizi fondamentali per gli utenti (acqua, gas, fogne, depurazione....) e non meritano un burocratico e formale rispetto di protocolli sanitari interni che vacillano quando l'infezione si manifesta.
Protocolli che finiscono con lo scaricare tutti i problemi inerenti l'espletamento delle mansioni lavorative sulle spalle del personale. L' USB chiede pertanto che l'azienda si assuma l'impegno di far eseguire i tamponi a tutti gli addetti del reparto acque reflue, chiede di sapere se sono previste misure aggiuntive di sanificazione degli ambienti comuni (spogliatoi, mezzi ecc.), per la limitazione e/o regolamentazione ulteriore degli accessi a tali spazi e se l'azienda non ritenga utile rilevare le temperatura all'ingresso al lavoro (misura che ad oggi non risulta essere stata adottata) ovviamente nel rispetto delle norme sul rispetto dei dati personali.
Evidenziamo inoltre che la disposizione aziendale di far partire da casa i lavoratori del settore acque reflue, già esposti a rischi di natura biologica, pone ulteriori problemi di tutela della salute, dell'igene e della sicurezza degli interessati e delle loro famiglie, per cui chiediamo di conoscere quali misure sono previste per affrontare questi problemi.
USB è costretto ancora una volta a verificare come Iren sia sempre molto attenta alla sua immagine esterna, presentandosi come una realtà dinamica e rivolta all'innovazione mentre nella gestione del personale e dei servizi erogati la realtà è fatta di disinteresse per il personale, incremento di adempimenti burocratici, inefficienze e tagli.
USB Lavoro Privato Liguria