AUMENTANO I PROFITTI, DIMINUISCE L'OCCUPAZIONE. No al piano di mobilità di ENI e Italgas

In allegato il volantino impaginato

Nazionale -

Con un verbale d’accordo siglato il 6 febbraio scorso tra Italgas SpA, per nome e per conto anche delle società che ad essa fanno capo, ENI SpA e Filcem-CGIL, Femca-CISL, Uilcem-UIL, e con un verbale d’accordo siglato il 20 febbraio sempre dai sopra citati in presenza del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale si è sancito definitivamente il licenziamento di circa 1270 lavoratori attraverso la mobilità lunga di cui 450 solo in Italgas.
Mentre società come ENI e Italgas investono ingenti somme di denaro in operazioni puramente finanziarie all’interno della cosiddetta globalizzazione dei mercati, nessun investimento viene finalizzato per migliorare l’utenza e aumentare l’occupazione.
La competizione è diventata l’ossigeno con il quale queste società si aggrediscono tra di loro a discapito della qualità del servizio e a fronte di continui aumenti delle bollette.
L’unico strumento a loro conosciuto è il contenimento dei costi e l’unico soggetto su cui viene applicato è il lavoratore.
Entro la fine del 2007 in Italgas ci sarà un ulteriore abbassamento dei livelli occupazionali.

Tutto abilmente concertato con CGIL,CISL,UIL.

Dopo mesi di trattative e di incontri clandestini nessuno si è degnato di mettere a conoscenza dei lavoratori quale sarà il loro prossimo ed imminente futuro.
Nessuno ha tentato di opporsi a queste forme di sterminio che ormai si sono diffuse in tutte le società erogatrici di servizi essenziali.
Governi, sia di centro-destra che di centro-sinistra, e Sindacati Confederali hanno ormai sconvolto il mondo del lavoro, eliminando gradualmente i cosiddetti "lavoratori garantiti" introducendo in modo sempre più pressante e invasivo forme di lavoro precario, favorendo sempre di più le esternalizzazioni e ricorrendo sempre di più all’appalto.

E’ ora di fermarli

I lavoratori non devono più accettare queste forme di ricatto, non devono più subire passivamente a fronte di qualche misero incentivo quale "risarcimento" del torto subito.
Da una parte c’è chi pretende che i lavoratori vadano in pensione anche a 70 anni, dall’altra c’è invece chi spinge per licenziare i lavoratori che da poco hanno superato i 50.
Intanto però c’è chi si arricchisce a nostre spese con i fondi integrativi mettendo a rischio anche il nostro TFR.
L’obiettivo di ENI e Italgas è chiaro : avere Società con pochissimi dipendenti che gestiscano puramente e semplicemente la massa di appalti, aumentare gli investimenti finanziari ad esclusivo vantaggio dei dividendi azionari.
La Rdb CUB ribadisce la propria contrarietà a qualsiasi forma di mobilità che riduca gli organici e prefiguri la completa esternalizzazione delle attività.
La RdB CUB-Energia chiamerà i lavoratori Italgas e delle altre società ad essa legate in assemblea per discutere e decidere insieme le forme di lotta contro questa ennesima violenza contro i lavoratori.