Il carbone di Civitavecchia e l'ipocrisia di Veltroni

Civitavecchia -

E’ notizia recente di un nuova presa di posizione del Consiglio Comunale di Roma contro la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga nord di Civitavecchia. Il fatto non sorprende: sia perché fa seguito a posizioni analoghe espresse congiuntamente dalle province di Roma e Viterbo, e sia perché rafforza iniziative già intraprese dalla Giunta Veltroni e dal Sindaco in persona, che in qualità di primo responsabile della salute dei romani è più volte intervenuto per ribadire il suo no al carbone. Soprattutto, per le polveri emesse dal futuro impianto, ritenute pericolose per l’inquinamento della capitale.

 


Ora, la RdB Energia-CUB è un sindacato di base non consociativo che ha una storia di forte conflittualità con Enel. Nelle sue fila operiamo da anni senza diritti sindacali, con una azione rivendicativa di categoria che ha sempre distinto con nettezza gli interessi Enel da quelli dei lavoratori: una linea che nel caso specifico di Torrevaldaliga Nord, ci spinge a non precluderci strade alternative all’uso del carbone qualora si dimostrassero concrete ed utili a difendere i posti di lavoro. Per questo riteniamo legittime e non demonizziamo le opinioni avverse alla riconversione ma critichiamo invece con asprezza chi da posizioni di responsabilità vi si oppone senza avanzare proposte: si può ben dire “no alla centrale senza perdere un solo posto di lavoro”, ma poi alle parole occorre far seguire i fatti con progetti concreti, realizzabili, soprattutto da parte dei partiti che siedono al Governo per i quali si pone l’obbligo di indicare soluzioni al nodo inestricabile che intreccia i temi della salute e dell’ambiente, del lavoro e della energia. Altrimenti si fa solo demagogia senza curarsi delle conseguenze delle proprie posizioni, o, molto peggio, si soffia sul fuoco per occultare altri innominabili interessi.

 


E questo è per l’appunto il caso di Veltroni, che ha passato veramente il limite della decenza e su cui una buona volta occorre dire qualcosa.

 


Come dicevamo all’inizio, il Sindaco di Roma si preoccupa delle polveri che la futura centrale di Torrevaldaliga Nord – da 80 km di distanza - spingerà sulla sua città, e su questo fa battaglia, impegna la Giunta e fa esprimere il Consiglio Comunale. Bene, è un suo diritto/dovere, solo ci chiediamo cosa dovrebbero fare tutti i comuni della provincia di Roma per l’inquinamento derivante dai milioni di automezzi circolanti nella capitale, dalle centinaia di migliaia di caldaie o dalle industrie di una metropoli che si vanta di essere un grande polo industriale del paese. E ci domandiamo anche come mai Veltroni non si sdegni per le tonnellate di inquinanti scaricate su Roma dagli aerei diretti a Ciampino e Fiumicino, perché non si batta fermamente contro l’inceneritore di Pomezia che dovrà smaltire i rifiuti dei romani, o contro il traffico di traghetti alla foce del Tevere, o ancora – per stare a Civitavecchia – perché non si opponga neanche un po’ ai grandi armatori di Costa Crociere, MSC o Carnival e alle loro mega navi mega inquinanti che qui sbarcano milioni di vacanzieri diretti alla città eterna.

 


L’elenco potrebbe continuare a lungo, ma il punto che emerge con chiarezza è il seguente: Veltroni parla con lingua biforcuta perché fa l’ambientalista solo quando gli conviene, quando cioè non sono in discussione gli interessi sacrosanti della sua città. Per carità, un atteggiamento anche comprensibile, che però nel caso del Sindaco di Roma si nutre anche di interessi assai meno giustificabili. E di certo assai meno nobili.

 


Si tratta in sostanza di un vergognoso conflitto di interessi che lo coinvolge nel suo ruolo istituzionale e di dirigente politico del centrosinistra: per chi vive e lavora a Civitavecchia la questione è arcinota, ma i molti che seguono solo dai giornali le vicende legate alla centrale di Torrevaldaliga Nord probabilmente non sanno che di fianco a questo impianto produce a pieno ritmo una seconda centrale, Torrevaldaliga Sud, in aperta competizione con Enel. Ebbene sapete a chi appartiene? Appartiene alla società Tirreno Power – impresa nata dalla cessione/spartizione delle centrali ex Enel - attualmente controllata da una quantità di soggetti, tra cui, principalmente, la società Sorgenia (31%) della famiglia De Benedetti e Acea (15%): si avete letto bene, proprio i De Benedetti – capitalisti legati a doppio filo proprio al partito di Veltroni  – e Acea, la società multiservizi capitolina partecipata al 51% dal Comune di Roma e i cui interessi, guarda un po’, sono in sostanza gli interessi del Sindaco di Roma. Che certo li difende dai potenziali concorrenti, Enel in primo luogo.

 


Vista così, la questione prende tutto un altro aspetto: e non è un caso che il buon Veltroni non abbia mai speso una parola per l’inquinamento di Torrevaldaliga Sud, che brucia comunque milioni di m3 di metano, che non è stata sottomessa a procedura di VIA e che oltretutto gode di un occhio di riguardo del Governo per produrre – anche con olio combustibile - con più potenza di quella originariamente autorizzata, come non è un caso che il gruppo editoriale de l’Espresso dei De Benedetti sia tra i maggiori sostenitori della battaglia contro la riconversione a carbone di Torrevaldaliga Nord. Carbone, è bene precisarlo, che invece viene contemporaneamente bruciato dalla stessa  Tirreno power in Liguria, nell’impianto di Vado Ligure che peraltro utilizza un carbonile a cielo aperto ed emette inquinanti in concentrazione molto più elevati di quelli della futura centrale Enel. Ma come, Veltroni non ci avevano assicurato di essere contro il carbone? Come mai non si preoccupa delle polveri di quell’impianto, e, da fervido ambientalista, come mai non interviene per dismettere la potenza eccedente (e l’inquinamento oltre che i profitti) della “sua” Torrevaldaliga Sud? E che dire poi di Sorgenia, costola del centrosinistra e partner privilegiato di legacoop: e pensare che a forza di pubblicità ci aveva quasi convinto che l’energia venisse unicamente dal sole e dal vento!

 


Ma non è finita. Per chiarire ulteriormente la faccenda occorre anche ricordare che nel Lazio, precisamente in quel di Aprilia, la stessa Sorgenia è attualmente autorizzata a costruire un impianto a ciclo combinato da 750 Mw. Anche lì la popolazione si oppone alla centrale ma caso strano non trova grande aiuto dal Sindaco della capitale, che, coerentemente, come già accennato, sempre da quelle parti cerca di imporre pure un contestatissimo inceneritore a cura Ama e Acea. Per il povero Veltroni il quadro regionale si è alquanto complicato… per carità, con Marrazzo ci si parla ma con il buon Bersani mica è sempre facile: e allora meglio opporsi all’impianto Enel di Civitavecchia, che quantomeno sposta l’attenzione dagli affari nostri… poi vediamo… se si riuscisse a bloccarlo veramente…  sarebbe eccezionale e chi se ne frega di chi ci lavora.  Più si riduce Enel, più possono prosperare Sorgenia ed Acea. Mors tua vita mea.

 

Concludendo, questa vicenda dovrebbe consigliare un maggiore equilibrio. A tutti. Capita che sulle questioni ambientali i lavoratori vengano spesso accusati di essere subalterni all’impresa: è vero, succede, e per conto nostro ci siamo sempre impegnati a non fare il tifo per il progetto di Torrevaldaliga Nord e a rivendicare soprattutto lavoro - prima che il gas o il carbone o qualunque altro combustibile - per garantire sicurezza a tutti i lavoratori delle centrali, compresi quelli di Tirreno Power. Ma il caso descritto dimostra come gli stessi ambientalisti si trovino sovente in condizioni analoghe: sarebbe bene anche per loro, e per la loro credibilità, distinguersi da certi amici un po’ troppo interessati. Per Veltroni invece non ci sono scuse di alcun tipo e per un po’ farebbe bene a tacere: da un personaggio del suo livello che in passato ha ricoperto anche ruoli prestigiosi di governo è doveroso aspettarsi ben di più che un atteggiamento di misera bottega.